“Education for Women’s Empowerment”: le vincitrici del bando internazionale lanciato a Expo 2020 Dubai

La dott.ssa Vanja Miskovic ha vinto per il settore Big data e intelligenza artificiale per la salute e la ricerca biomedica. Il progetto di ricerca è sull’efficacia dell’immunoterapia per i pazienti con tumore al polmone.

Annunciate le vincitrici del bando internazionale “Education for Women’s Empowerment”. 

La dott.ssa Vanja Miskovic è la vincitrice dell’area di studio Big data e intelligenza artificiale per la salute e la ricerca biomedica. 

Education for Women’s Empowerment, il bando internazionale nato dalla collaborazione tra Fondazione Milano per Expo 2015 e il Politecnico di Milano, con il patrocinio di Padiglione Italia, è stato presentato a Expo 2020 Dubai lo scorso 10 novembre.

Il bando “Education for Women’s Empowerment” è stato aperto a tutti i candidati con una laurea, un dottorato o un master. 

Le aree di studio relative al bando erano principalmente tre: Big data e intelligenza artificiale per la salute e la ricerca biomedica; Sense/time_based design e neuroscienze come contributo alla responsabilità sociale degli spazi terapeutici; Catena agroalimentare e sostenibilità di prodotti innovativi. 

Una sfida importante quella di Education for Women’s Empowerment, che si è posta l’obiettivo di contribuire alla creazione di un contesto dedicato all’istruzione e alla formazione, oltre ad aumentare le risorse per garantire alle donne una migliore istruzione, in discipline come le STEM, l’ingegneria, il design e l’architettura.

Un progetto pensato per sostenere la costruzione di una società inclusiva, fondata sui valori dell’innovazione, della sostenibilità e della crescita economica. 

“La straordinaria collaborazione con il Politecnico di Milano per rispondere adeguatamente all’altezza dei temi proposti nel corso di Expo 2020 Dubai è stato il presupposto di partenza per la realizzazione finale di questo lungo percorso, iniziato con Expo nel 2015”. Ha detto Maria Cristina Cedrini, direttrice di Fondazione Milano per Expo 2015.

“Lo scopo è quello di continuare a porre l’attenzione alla formazione dei giovani, al loro sviluppo professionale e al loro futuro contributo in una società sempre più dinamica sul piano tecnologico, più esigente nel campo delle qualifiche e della ricerca, socialmente sfidante nei nuovi orizzonti di inclusività.” Ha concluso Maria Cristina Cedrini. 

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Education for Women’s Empowerment: big data e intelligenza artificiale per la salute e la ricerca biomedica

Per l’area di studio Big data e intelligenza artificiale per la salute e la ricerca biomedica del bando Education for Women’s Empowerment, ha vinto la dottoressa Vanja Miskovic, Phd dell’École Polytechnique di Bruxelles.

Focus del progetto di ricerca è l’efficacia dell’immunoterapia per i pazienti con tumore al polmone. 

Si tratta di un progetto sullo “sviluppo delle metodologie di AI e di comprensione come strumento di supporto alla decisione clinica, quali farmaci e quali molecole di immunoterapia somministrare, per i pazienti con tumore al polmone”, ha spiegato Alessandra Laura Giulia Pedrocchi, Professoressa di Ingegneria Biomedica del laboratorio NearLab – Neuro-Ingegneria e Medical Robotics. 

Alessandra Laura Giulia Pedrocchi

Nello specifico, “la ricerca che abbiamo deciso di affrontare – ha aggiunto – riguarda soprattutto l’esplicabilità dell’Intelligenza artificiale nel contesto della ricerca medica e per la salute. Quello che ci interessa è utilizzare e comprendere gli algoritmi dell’AI in modo che diventino un consulente in grado di spiegare al clinico il processo di decisione che supporta”. “In questo contesto stiamo collaborando con l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – ha aggiunto – per studiare l’efficacia dell’immunoterapia per i pazienti con tumore ai polmoni”.

Tante le candidature ricevute con profili molto interessanti, ma il regolamento prevedeva una sola vincitrice. “Abbiamo selezionato la dottoressa Miskovic, una ragazza serba che ha studiato in Belgio – ha spiegato – per la sua esperienza internazionale. Avendo già lavorato in team interdisciplinari ha tutte le competenze per portare avanti questa ricerca e per fare il lavoro assieme all’istituto di ricerca dei tumori”. 

Sull’importanza di garantire alle donne una migliore istruzione e formazione nelle discipline STEM, la professoressa Pedrocchi detto che “le donne possono dare un contributo specifico nei gruppi di ricerca per collaborazione e per competenze. Il bando ha dato la possibilità a profili internazionali di partecipare ed essere scelti per questo lavoro di ricerca integrato con base in Italia. È molto bello che in Italia ci facciamo portavoce di questi scambi”. 

Journal of Italian Healthcare World ha raggiunto la dott.ssa Vanja Miskovic alla quale ha rivolto alcune domande.

Qual è il suo percorso di studio e di ricerca?

Ho conseguito sia la laurea che il master in ingegneria dei materiali all’Università di Novi Sad in Serbia. Ho deciso di continuare la mia carriera accademica svolgendo i miei studi di dottorato presso il centro di ricerca sulla microgravità dell’Université Libre de Bruxelles (ULB).

Ho lavorato principalmente nel campo dei biomateriali e dell’ingegneria biomedica con particolare attenzione alle applicazioni spaziali. Sono stata coinvolta in diversi progetti internazionali e multidisciplinari finanziati dall’ESA e dalla NATO durante questo periodo. Ho avuto l’opportunità di incontrare e lavorare con grandi ricercatori provenienti da Belgio, Giappone, Italia, Regno Unito e Spagna.

Vanja Miskovic

Perché ha deciso di candidarsi al bando Education for Women’s Empowerment?

Quando ho visto il bando Education for Women’s Empowerment, ho capito che sarebbe stata un’opportunità per continuare la mia carriera di ricerca. 

Sono stata attratta dagli obiettivi e dalla natura multidisciplinare. Durante gli ultimi anni del mio dottorato ho lavorato su un progetto che aveva come obiettivo l’implementazione dell’IA in medicina, più precisamente nella diagnostica delle ustioni. Questa era la parte della ricerca che più mi interessava e il bando dunque rappresenta un’occasione per mettere a frutto le conoscenze e l’esperienza che ho acquisito nel mio percorso di studi.

Cosa rappresenta per lei lavorare per questo progetto? 

Sono stata felicissima quando ho scoperto di essere stata selezionata! È stato un premio per tutto il duro lavoro degli anni precedenti. Essere parte di questo progetto è un’opportunità per svolgere un lavoro stimolante e significativo. Da un lato, farò ciò che amo, una ricerca che aiuterà le persone e darà un contributo alla società; dall’altro, farò del mio meglio per motivare altre donne a perseguire la loro carriera nel campo STEM.

Quanto è importante il contributo delle donne nella ricerca?

ll contributo delle donne nella ricerca e nella scienza negli anni è sempre stato significativo, ma spesso non ha ottenuto il giusto riconoscimento.

The Matilda Effect è un fenomeno che descrive come il risultato del lavoro di ricerca compiuto da una donna viene in tutto o in parte attribuito ad un uomo. La situazione sta cambiando e oggi possiamo vedere molte donne di successo nella scienza e nella ricerca, anche nelle materie STEM. Ho avuto la fortuna di lavorare con donne incredibili e grandi esperte in diversi campi. Devo dire che le donne impegnate in campo scientifico oltre a dare una notevole spinta alla ricerca, sono anche fonte di ispirazione e buoni modelli per le prossime generazioni.

Qual è il suo messaggio alle giovani ragazze che vogliono intraprendere la carriera nelle materie STEM?

Il percorso sarà caratterizzato da alti e bassi e dovranno affrontare molti fallimenti. Il mio messaggio è quello di trovare un modo per imparare dai fallimenti, essere pazienti e lavorare sodo, ma soprattutto, credere nelle proprie idee e non aver paura di esprimere le opinioni.