La pandemia da Covid-19 ha evidenziato il valore della salute per la crescita economica e il benessere e, nel contempo, il ruolo fondamentale della Sanità pubblica.
In un quadro di stime economiche globali in drastico calo, il settore della Salute e delle Scienze della Vita, hanno dimostrato in questi ultimi mesi reattività, capacità di organizzazione, apertura alla collaborazione e, ancora una volta, eccellenza scientifica. Tutto questo a beneficio di una sempre maggiore qualità della vita e delle cure offerte ai cittadini.
Forum “Lazio, Smart & Green Health. Dalla gestione smart della Sanità alla virtualizzazione delle cure. Le nuove frontiere della salute e i modelli digitali dell’Industry 4.0 e dei Digital Twin”

Presso l’anfiteatro di Padiglione Italia a Expo 2020 Dubai, si è svolto il forum dal titolo “Lazio, Smart & Green Health. Dalla gestione smart della Sanità alla virtualizzazione delle cure. Le nuove frontiere della salute e i modelli digitali dell’Industry 4.0 e dei Digital Twin”.
Nel corso dell’evento, organizzato dalla Regione Lazio, si è parlato di “Smart & Green Health”, in termini di virtualizzazione delle cure, gestione delle emergenze, efficienza energetica e riduzione degli impatti ambientali, ma anche di innovazione tecnologica, ottimizzazione dei processi, automazione, digitalizzazione e dell’offerta integrata di servizi sanitari e turistici nel Lazio.
Il Lazio è un territorio in cui è forte lo sviluppo della Smart & Green Health ed una vocazione per il turismo medico e il turismo del benessere e può quindi giocare un ruolo ancora più importante vista l’eccellenza del suo ecosistema sanitario, a cui va aggiunta la ricchezza del suo patrimonio artistico-culturale e paesaggistico che rendono l’offerta unica e distintiva.
L’incontro, moderato da Michelangelo Bartolo, Dirigente Medico Telemedicina Territoriale e Ospedaliera della Regione Lazio, ha visto la partecipazione, in presenza e da remoto, di esperti del settore sanitario.
Tra gli altri: Francesco Vaia, Direttore INMI L. Spallanzani, Alberto Eugenio Tozzi, Responsabile Area di ricerca Malattie multifattoriali e Fenotipi complessi e Unità di Telemedicina, Ospedale pediatrico Bambino Gesù, Roma, Francesco Gabbrielli, Direttore Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), Luigi Boggio Commissario Cluster Nazionale Scienze della Vita Alisei – Membro del Consiglio di Presidenza Confindustria Dispositivi Medici, Massimo Annichiarico, Direttore Regionale Salute e Integrazione Socio-Sanitaria.
La pandemia da Covid-19 ha evidenziato l’importanza del ruolo della Telemedicina e le potenzialità di applicazione.
La sfida per il futuro è quella di “stare accanto al paziente creando nuovi modelli organizzativi a partire dai servizi di Telemedicina”. Ha detto Michelangelo Bartolo.

Per rispondere alle esigenze del paziente durante l’emergenza sanitaria “la Regione Lazio ha attivato i servizi di teleconsulto di emergenza tra i pronto soccorsi periferici e gli ospedali principali, un esempio è l’ospedale Spallanzani che ha il 99% delle richieste”.
In questo processo di innovazione tecnologica l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma, ha sviluppato il progetto Innovation Smart Center (ISC). Una struttura altamente innovativa e green nel pieno rispetto della sostenibilità energetica (attraverso l’inserimento di pannelli fotovoltaici e pavimenti piezoelettrici) e dell’innovazione tecnologica (attraverso l’utilizzo di sensori e intelligenza artificiale). Comprende tre principali aree di sviluppo: l’edificio esistente, da riqualificare dal punto di vista dei consumi energetici; il nuovo edificio, da dedicare alla ricerca e alla sperimentazione e da progettare considerando funzionalità, tecnologia ed efficienza ambientale; il parco, da riservare al tempo libero di medici e operatori sanitari, caratterizzato dalla piantumazione di nuovi alberi naturali e tecnologici.
“L’elemento principale del progetto, con al centro la persona, è un modello flessibile che si adatta alle diverse esigenze che possono sorgere a seconda delle emergenze sanitarie. Il nuovo edificio si trova nel cortile centrale dell’ex edificio di Alto Isolamento, originariamente progettato per il piano di emergenza Sars-bioterrorismo”, ha spiegato Francesco Vaia.

“I principi ispiratori del progetto sono: la tecnologia, attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale e della robotica; la sostenibilità; l’innovazione scientifica, con l’inclusione di centri di ricerca e laboratori di sperimentazione avanzata; la digitalizzazione, attraverso l’IoT applicata alla medicina; l’automazione, per una gestione più efficiente di risorse, tempi e costi”.
Il prof. Alberto Eugenio Tozzi, keynote speaker del forum Lazio, Smart & Green Health, ha parlato dell’intersezione tra la telemedicina e l’intelligenza artificiale. L’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma è impegnato in prima linea con un progetto internazionale che ha l’obiettivo di sviluppare un gemello digitatale volto a supportare i processi medici all’interno dei vari ospedali. “Grazie all’utilizzo degli algoritmi dell’AI siamo in grado di fare analisi più accurate per i pazienti. Con i nostri progetti abbiamo collegato 500mila apparati che ci hanno permesso di raggiungere un numero maggiore di dati per migliorare i nostri algoritmi. Quello che stiamo cercando di fare è eliminare le difficoltà nella condivisione dei dati”.

Centro nazionale per la telemedicina e le nuove tecnologie assistenziali dell’Istituto superiore di sanità (Iss)
Nel 2017 in Italia è stato istituito il Centro nazionale per la telemedicina e le nuove tecnologie assistenziali dell’Istituto superiore di sanità (Iss). “La nostra mission è condurre, promuovere e coordinare la ricerca e la governance di sistema per le applicazioni sociali e sanitarie nell’ambito delle nuove tecnologie informatiche e della telemedicina”. Ha detto Francesco Gabbrielli.

“Stiamo lavorando per affrontare le nuove sfide attraverso 3 punti fondamentali: il primo è sviluppare strategie per migliorare la cyber security nelle organizzazioni che si occupano del sistema sanitario, il secondo riguarda lo studio delle evoluzioni legislative nazionali e regionali per una regolamentazione più adeguata alla situazione attuale e che sia di supporto all’innovazione digitale. Il terzo punto è lo studio di un nuovo metodo valutativo per i servizi di telemedicina secondo il nostro Sistema Sanitario Nazionale”. Inoltre, “stiamo lavorando alle nuove linee guida mediche relative alla telemedicina in collaborazione con diverse società scientifiche italiane – ha concluso Gabbrielli – Abbiamo un gruppo di consenso che si occupa di fornire servizi migliori di telemedicina nelle diverse specializzazioni chirurgiche e mediche. L’obiettivo principale è definire un modello italiano di telemedicina coerente e applicabile al territorio ma allo stesso tempo flessibile alle attività regionali”.
Dell’importanza della dimensione delle Scienze della vita in Italia (1.789.000 impiegati e più di 5mila imprese) e del considerevole investimento nella ricerca e nello sviluppo, un valore che produce il 10% del PIL italiano, ne ha parlato Luigi Boggio. “Il nostro obiettivo è promuovere lo sviluppo delle scienze della vita per migliorare il sistema sanitario e la qualità della vita dei pazienti”.

Per quanto riguarda la salute digitale, il prof. Boggio ha sottolineato le opportunità degli investimenti nelle soluzioni digitali e del lavoro che il cluster sta portando avanti con il Ministero della Salute. Nel corso del suo intervento Boggio ha parlato degli aspetti regolatori, dell’istruzione e della privacy.
Durante il forum Smart & Green Health Massimo Annichiarico, ha affrontato il tema del turismo sanitario e mobilità della salute nel Lazio. Annichiarico ha illustrato le strutture sanitarie che nel 2021 hanno registrato il maggior numero di persone provenienti dall’estero curate nel nostro Paese. Ai primi posti ci sono il Policlinico Umberto I, il Bambino Gesù, il San Camillo, il San Giovanni e lo Spallanzani. “Questa gratulatoria degli ospedali che hanno saputo attrarre i cittadini provenienti dall’estero conferma l’eccellenza sanitaria presente a Roma per quanto riguarda la mobilità dei cittadini”.
Formazione e ricerca: Italia protagonista a Expo 2020 Dubai
Manca poco alla chiusura di Expo 2020 Dubai, la prima esposizione universale in territorio arabo, prevista per il 31 marzo. A Expo 2020 Dubai, il primo evento in presenza da inizio pandemia da Covid-19, l’Italia è stata protagonista con progetti, iniziative, laboratori e convegni sulla formazione e la ricerca.
Il bilancio con il forum “Beyond Expo 2020, Education as Legacy“ che si è svolto a Padiglione Italia alla presenza del Ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa. Sul tema della formazione l’Italia ha organizzato e proposto a Expo Dubai ben 123 diverse iniziative, da laboratori a convegni, rivolte a tutti gli ospiti del Padiglione: studenti, docenti e ricercatori provenienti da tutto il mondo. Alle 140 giornate educational hanno partecipato oltre 4.000 persone di 26 diverse nazionalità.
L’evento è stata anche l’occasione per fare il punto sull’avvio e il primo sviluppo dei progetti di ricerca e alta formazione nella regione mediorientale quale eredità della partecipazione italiana a Expo 2020 Dubai: la realizzazione di un campus arabo-mediterraneo, di un centro di ricerca e alta formazione per la digitalizzazione e ricostruzione dei beni culturali e per la produzione artistica e culturale legata all’intelligenza artificiale e alle nuove tecnologie e di un campus di ricerca e alta formazione sulla trasformazione del cibo.
“Expo ha dimostrato come l’Italia sia un Paese leader e attraente, non solo per la bellezza del suo territorio e il suo patrimonio culturale, ma anche per la scienza e la tecnologia che produce e per l’eccellenza della sua formazione superiore”. Ha detto il ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa. “Questi mesi hanno consentito alle nostre università, ai nostri enti di ricerca, alle accademie, ai conservatori di entrare in contatto con il mondo, ideare e avviare progetti, in linea con le iniziative che stiamo portando avanti sia grazie alle risorse nazionali sia agli investimenti del NextGenerationEU, con lo scopo di rendere l’Italia sempre più competitiva e al centro del panorama internazionale”.
Memorandum Cnr e ministero Economia Emirati Arabi Uniti
Nell’ottica di una maggiore cooperazione nel campo della ricerca scientifica e lo sviluppo di programmi e attività di scambio tra l’Italia e gli Emirati Arabi Uniti, a Padiglione Italia la presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), Maria Chiara Carrozza, e il sottosegretario del Commercio Estero e dell’Industria presso il Ministero dell’Economia degli Emirati Arabi Uniti, Abdulla Al Saleh, hanno firmato un protocollo d’intesa. La firma è avvenuta alla presenza del ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, e del ministro dell’Economia degli Emirati Arabi Uniti, Abdulla bin Touq Al Marri.

“Il Consiglio Nazionale delle Ricerche è il più grande ente pubblico di ricerca in Italia e svolge attività multidisciplinare nei propri istituti, per promuovere l’innovazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale della ricerca. Questo memorandum stabilirà un quadro per lo sviluppo di programmi e progetti collaborativi di reciproco interesse per rafforzare ulteriormente la cooperazione nella ricerca scientifica. Il Cnr metterà a disposizione di questa collaborazione il suo mondo della ricerca, che significa più di 8.000 persone, con le loro capacità, impegno e idee”. Le parole di Maria Chiara Carrozza.
“Una delle priorità degli Emirati per i prossimi 50 anni è la costruzione di una economia più forte basata sulla conoscenza e l’innovazione”, ha affermato Abdulla bin Touq Al Marri. “Possiamo esplorare idee e le invenzioni del Cnr – ha aggiunto – portare investitori emiratini nelle startup e incoraggiare il settore privato nel portare le loro sfide al Cnr, che può fornire soluzioni”. Inoltre, “parte della cooperazione riguarderà la formazione – ha concluso – attraverso i laboratori italiani dove i ricercatori degli Emirati potranno andare e sviluppare le loro idee con le loro controparti italiane”.