Nuovi bersagli della ricerca sul diabete di tipo 2 e ipercolesterolemia

Aiutare le persone affette da questa patologia e dalle comorbidità ad essa correlate è l’obiettivo dei ricercatori italiani nel mondo. A che punto è la ricerca sul diabete 2?

Il Diabete di tipo 2 è un problema globale ed in continuo, inesorabile e costante aumento. Si stima infatti che dal 1980 al 2008 il numero di nuove diagnosi di diabete (per il 90% di tipo 2) siano aumentate da circa 153 a 347 milioni nel mondo. Spesso si tratta di una condizione silente, che ha un impatto clinico ed economico notevole ed è in grado di condizionare in maniera importante la vita dei pazienti.

Covid-19

Durante questo anno particolare, poi, il Diabete di tipo 2 ha ricevuto un’attenzione particolare, in quanto diversi studi hanno dimostrato un’associazione tra la presenza del diabete di tipo 2 ed una prognosi sfavorevole in seguito all’infezione da SARS-COV2, dovuta ad una cascata incontrollata di mediatori dell’infiammazione.

Diversi sono stati i ricercatori italiani che, negli anni, si sono occupati di una quella che risulta essere a tutti gli effetti una condizione invalidante. I nostri connazionali nel mondo si sono distinti per la loro dedizione al lavoro e ad una ricerca che spesso li ha portati a perdere il sonno, a trascorrere i loro anni migliori lontani dalla loro terra, nel nome di un ideale che aveva solo un obiettivo: aiutare le persone affette da questa patologia e dalle comorbidità ad essa correlate.

Tra queste, l’ipercolesterolemia riveste un ruolo importantissimo.

Un interessante studio, svolto nella grande mela, ha valutato il ruolo del glucagone e del suo recettore epatico, nella risposta metabolica al digiuno, in termini di glicemia e colesterolo. 

Che cos’è il glucagone?

Il glucagone è il maggiore regolatore della produzione di glucosio a livello epatico, attraverso un sistema di recettori accoppiati alle proteine G e l’attivazione dell’adenilato ciclasi.

La proteina PCSK9 e il recettore epatico per il glucagone

Il suo recettore epatico, in particolare, è implicato nella regolazione dell’omeostasi del colesterolo, in particolare delle LDL, attraverso la regolazione di una proteina recentemente identificata, la proprotein convertase subtilisin/kexin type 9 (PCSK9). Questa proteina, si lega al recettore per le LDL sulla superficie della cellula, che viene internalizzato. Questa internalizzazione comporta un mancato legame delle LDL, che restano quindi in circolo. 

La regolazione della PCSK9 da parte del glucagone avviene attraverso il pathway Epac2/Rap1(exchange protein directly activated by cAMP-2/ Ras-related protein-1). Lo studio, che prevedeva tecniche di silenziamento genico nel modello animale, ha dimostrato come l’attivazione del segnale del recettore per il glucagone fosse in grado di regolare la proteina PCSK9 (e quindi i livelli di LDL circolanti) ma senza modificarne l’espressione. 

Autore di questi risultati promettenti è Stefano Spolitu, cagliaritano di nascita ma newyorkese nel cuore, che sarà presto ospite della nostra rubrica e ci racconterà i retroscena di questa bellissima scoperta. 

Stay tuned!

Riferimenti

  • Hartstra AV, Bouter KE, Bäckhed F, Nieuwdorp M. Insights into the role of the microbiome in obesity and type 2 diabetes. Diabetes Care. 2015;38(1):159-165. doi:10.2337/dc14-0769
  • Yehya A, Carbone S. Managing type 2 diabetes mellitus during COVID-19 pandemic: The bittersweet. Diabetes Metab Res Rev. 2021;37(1):e3360. doi:10.1002/dmrr.3360
  • Spolitu S, Okamoto H, Dai W, et al. Hepatic Glucagon Signaling Regulates PCSK9 and Low-Density Lipoprotein Cholesterol. Circ Res. 2019;124(1):38-51. doi:10.1161/CIRCRESAHA.118.313648

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