È made in Italy il primo test al mondo che rileva in un’unica reazione virus e varianti

Semplice, veloce e con una sensibilità prossima al 100%. Sono le caratteristiche principali di “Covid-19 detection kit”, il test made in Italy in grado di rilevare simultaneamente la presenza di infezione da COVID-19 e le varianti inglese, sudafricana e brasiliana

Realizzato da una spin-off dell’Università di Bologna, con partner industriale l’azienda cinese Wuhan Healthcare Biotech, Covid-19 detection kit è stato messo in commercio da una società inglese (Crosstrak LTD). Una collaborazione tra l’Italia, la Cina e l’Inghilterra per battere sul tempo la diffusione del virus e varianti.

Ideatori dell’innovativo kit per lo screening veloce sono due ragazzi italiani, il biologo e startupper Enrico Di Oto e il ricercatore Simone Di Giacomo. Journal of Italian Healthcare World ha intervistato Enrico Di Oto, biologo e CEO della società OaCP, spin-off dell’Università di Bologna

Enrico Di Oto

Com’è nato il progetto? 

Con il rallentamento della diagnostica in oncologia, che era il nostro primo business, abbiamo cambiato il target. L’anno scorso, grazie alla sinergia con Crosstrak società che si occupa di distribuire, a governi e privati, prodotti per la lotta al Covid siamo entrati nel bando di Invitalia e abbiamo fornito la regione Sicilia di kit per i tamponi molecolari. Infine, le varianti del Covid sono state l’ultimo approdo della società. Come azienda, OaCP, il nostro motto è “meno tempo per la diagnosi = maggior tempo da dedicare alla vita”. Questa frase racchiude la direzione del nostro lavoro nello sviluppo di nuovi prodotti. Andando nello specifico, uno dei limiti odierni nella diagnosi delle varianti è dato proprio dal tempo impiegato per fornire un report (si parla addirittura di svariati giorni), non certamente conforme con la gestione di un’emergenza. Partendo proprio da questo presupposto abbiamo lavorato per unire in un solo test ben 4 analisi. Ad oggi, infatti, il kit è già pronto identificare in un’unica reazione il virus e la presenza della variante inglese, sudafricana e un ceppo di quella brasiliana.

Quanto tempo avete impiegato per lo sviluppo? 

Siamo stati molto veloci, parliamo di circa due o tre mesi di sviluppo. Tale velocità è stata possibile non solo grazie al partner cinese, ma anche agli anni di esperienza maturati nella diagnosi e nella ricerca da me e dal nostro R&D manager, Simone Di Giacomo.

Come funziona il test? 

Il test fa parte dei cosiddetti “tamponi molecolari” analizzati nei laboratori con la tecnologia PCR. Il paziente viene sottoposto a prelievo con tampone nasofaringeo oppure orofaringeo. Il materiale viene inviato al laboratorio che per prima cosa estrare l’RNA del virus (il suo codice genetico) per renderlo analizzabile. L’RNA estratto viene aggiunto ai nostri reagenti, opportunamente miscelati in un’unica provetta, e poi caricato sulla macchina per la PCR. In meno di un’ora si avrà il risultato scoprendo l’eventuale presenza del virus Sars CoV-2 e della variante inglese o sudafricana o brasiliana.

È compatibile con le attuali strumentazioni disponibili nei laboratori? 

Attualmente il kit è compatibile con gli attuali strumenti per PCR presenti nei laboratori, rendendo possibile a tutti coloro che oggi eseguono tamponi molecolari di analizzare al meglio il campione senza doverlo spedire altrove o dover fare investimenti ulteriori.

È un test “fai da te” o deve essere eseguito da un operatore sanitario? 

Al momento è un test eseguibile solo da operatori sanitari come per i tradizionali tamponi molecolari.

Cosa lo differenzia dal tradizionale tampone molecolare?

La differenza principale sta nella progettazione del test. Ciò consente di avere non solo un numero di parametri da analizzare maggiore del test tradizionale, ma anche una rapida implementazione e sviluppo in caso di nuove varianti e/o in altri settori di interesse strategico.

Come nasce la collaborazione tra tre Paesi protagonisti di questa emergenza sanitaria? Wuhan da dove tutto ha avuto inizio con il primo focolaio del mondo, l’Italia uno dei paesi europei più colpiti dalla pandemia e l’Inghilterra da dove è partita la variante più temuta in questo periodo…

È una triangolazione particolare nata grazie alla nostra visione di creare un’azienda internazionale. Con l’azienda di Wuhan, partner di OaCP dal 2018, abbiamo rafforzato il legame nel 2019, grazie alla partecipazione al programma del MISE: Global StartUp program che si è svolto a Shanghai. Con UK è una collaborazione nata per aumentare la nostra capacità di promuovere le soluzioni OaCP nella lotta al COVID a maggio del 2020. Per dare una lettura romantica possiamo vedere l’unione tra Italia la Cina e UK nell’ottica di contribuire alla fine della pandemia partendo da dove tutto è iniziato.

Il kit è stato registrato nel data base del Ministero della Salute italiano. È disponibile sul mercato? 

Il kit marcato CE-IVD è registrato nel data base ministeriale e stiamo procedendo in questi giorni con le prime consegne. Purtroppo, la pausa imposta dalle festività per il nuovo anno cinese ci hanno rallentato di almeno 10 giorni.

Perché i primi test in Sicilia?

OaCP e Crosstrak hanno fornito alla Regione Sicilia circa 164000 test COVID “tradizionali” durante la prima fase della pandemia. I laboratori locali, avendo apprezzato la qualità dei nostri test, hanno deciso di adottare anche quelli per le varianti. In particolare, voglio ringraziare la Prof.ssa Di Gaudio del CQRC di Palermo. Aggiungo che ad oggi siamo i primi ad avere realizzato un test del genere.

È il primo strumento di diagnosi al mondo in grado di rilevare in poco tempo virus e variante? 

Per caratteristiche sì infatti è il primo che riesce, utilizzando uno strumento da PCR, a condurre i test per il virus e le varianti in un’unica provetta. Ciò consente non solo il risparmio di tempo del test, ma anche dei costi (dovendo il laboratorio fare una sola reazione anziché 2) ed un aumento dell’efficienza del laboratorio (poiché il test occupa un singolo posto macchina anziché 2).

Avete intenzione di esportarlo all’estero?

Certamente. Grazie alla partnership con Crosstrak ed alcuni distributori di OaCP stiamo lavorando per diffondere la nostra soluzione poiché, purtroppo, il Covid-19 rimane un problema globale.

Quali sono i progetti per il futuro? 

Stiamo lavorando a varie applicazioni della tecnologia usata per sviluppare il test Covid Varianti per trovarci pronti a nuove varianti che potrebbero presentarsi e a nuove sfide nel campo delle malattie infettive e non solo. Il nostro obiettivo è quello di sviluppare nuove soluzioni per fornire alla sanità gli strumenti migliori sia per rispondere in maniera efficiente alle emergenze che per rendere i test ad oggi molto costosi, accessibili alla più ampia fetta della popolazione.

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