Intervista a Alice Fiorica psicologa a Londra
La depressione è una malattia nascosta e subdola che può colpire tutti, senza distinzioni socioeconomiche. Secondo i dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ne soffrono ben 322 milioni di persone, pari al 4,4% della popolazione mondiale, con un’incidenza più elevata tra le donne (5,1%) rispetto agli uomini (3,6%). Secondo le stime dell’OMS entro il 2030 la malattia raggiungerà il primo posto tra le patologie croniche.
I disturbi depressivi possono comparire a seguito di un evento scatenante come una perdita, una delusione, ma altre volte senza un motivo apparente. E’ molto importante riconoscerne prontamente i sintomi e rivolgersi a un medico per evitare gravi conseguenze dovute ad una diagnosi tardiva.
Per saperne di più abbiamo intervistato la psicologa Alice Fiorica che svolge la sua professione a Londra.

Dottoressa, da quanto tempo è negli UK e qual è la sua esperienza?
Sono in Uk dal 2005. Prima a Liverpool e poi, dal 2008 a Londra. La mia esperienza fino ad ora e’ stata molto buona. Al contrario che in Italia, i servizi per la salute mentale in Uk sono ottimi, numerosi e ben organizzati. Ho avuto qualche difficolta’ a farmi riconoscere il titolo italiano. Ma una volta conseguito il riconoscimento HCPC tutto e’ diventato più semplice.
Cosa si intende per depressione? Quali sono gli atteggiamenti più comuni della persona depressa?
La depressione e’ una malattia caratterizzata da una visione negativa di se’, degli altri e del futuro. La persona depressa spesso si isola dagli altri, trova molto difficile continuare ad intraprendere attivita’ che la rendevano felice (hobbie, vedere amici) o di cui ha bisogno (lavorare, pagare le bollette). Con il risultato che i problemi cominciano ad accumularsi e le opportunita’ di connessione con gli altri e svago si riducono, rendendo la persona depressa ancora piu’ depressa. Alla difficolta’ di intraprendere attivita’ necessarie o ludiche si aggiungono pensieri di autocriticismo e svalutazione personale (non sono in grado di fare niente, sono un fallito, non valgo niente) dovuti proprio agli effetti della depressione sulla vita della persona. Questi pensieri mantengono e peggiorano lo stato depressivo in un ciclo discendente difficile da interrompere con la sola forza di volonta’ e senza l’aiuto di un professionista.
I disturbi depressivi possono comparire a seguito di un evento scatenante, ma altre volte anche senza un motivo apparente, è così?
Si. Gli stati depressivi a seguito di un evento scatenante spesso sono solitamente meno duraturi e la loro gravita’ dipende dall’evento scatenante. Ad esempio i Baby Bleus (stati depressivi a seguito della nascita di un bambino) sono collegati a cambiamenti ormonali, di responsabilità e di organizzazione della vita. Colpiscono 8 donne su 10 ma hanno una breve durata, intorno alle due settimane e si risolvono spontaneamente. La depressione post partum invece e’ una cronicizzazione dei baby blues, colpisce una donna su 10 ed e’ caratterizzata da un profondo stato depressivo e da una perdita di identita’ della madre che ha difficolta’ ad adattarsi al nuovo ruolo. Solitamente richiede l’intervento di uno psicologo. Ma gli stati depressivi posso svilupparsi anche senza un apparente motivo scatenante. Spesso sono caratterizzati da una perdita di senso di direzione e scopo nella vita, insoddisfazione per come le cose sono al momento e mancanza di speranza per miglioramenti futuri. Per cui la persona affetta lentamente comincia a ritrarsi in se stesso cominciando il ciclo descritto sopra.
Quali sono i sintomi da non sottovalutare?
Perdita di piacere nelle attivita’ quotidiane, un senso di insoddisfazione e mancanza di speranza nel futuro, disturbi del sonno, disturbi alimentari (non aver appetito o mangiare per sentirsi meglio). Ancora, pensieri di autocritica: che si e’ falliti, che non si e’ buoni a niente, che non siamo all’altezza delle aspettative degli altri, sentirsi sempre stanchi e senza energia, difficolta’ di concentrazione, muoversi lentamente o non riuscire a stare fermi, isolarsi e purtroppo pensieri suicidi.
In che modo è possibile combattere la malattia in maniera efficace? Quali sono le cure?
Gli anti depressivi possono aiutare a smussare il disturbo nelle fasi piu acute. Ma una terapia psicologica e’ essenziale per riprendere contatto con il piacere delle piccole cose quotidiane, identificare una nuova direzione di vita che dia senso e scopo ed imparare a non lasciarsi intrappolare dai pensieri autocritici e distruttivi che possono far ripartire il ciclo. La terapia cognitivo comportamentale in particolare ha ottenuto ottimi risultati su larga scala nella ricerca sulla salute mentale.
Solo 1 paziente su 3 si affida alle cure e inizia le terapie in ritardo rispetto alla comparsa della patologia, perchè?
Purtroppo ancora tutt’oggi c’e’ molta sfiducia nel lavoro dello psicologo. Le persone preferiscono affidarsi alle medicine, all’alcol, alle droghe rischiando di creare dipendenze che peggiorano solo il problema. Inoltre, viviamo in una cultura dove chiedere l’aiuto di un professionista e’ visto come un sintomo di debolezza invece che di forza. ‘Dallo psicologo ci vanno i pazzi’. Pensiamo che basti ‘tirarsi un po’ su’ o parlare con un’amico o un prete invece che con un professionista. Ma chi andrebbe a parlare di problemi legali con un amico invece che con un avvocato? O discutere col prete di problemi di fegato invece che dal medico? Lo stesso vale per la salute emotiva e mentale. Purtroppo queste credenze ritardano a volte di anni l’intervento di una persona competente con il risultato che i problemi, le emozioni, i pensieri e la situazione peggiorano.
Quanto è importante la diagnosi precoce?
Ovviamente prima si interviene piu’ leggero e’ il problema e piu’ facile e’ risolverlo.
Quali sono le conseguenze di una depressione non riconosciuta?
La depressione non passa da sola, si cronicizza e peggiora col tempo spesso anche a causa dei problemi pratici che si sviluppano a seguito dello stato depressivo. Con la depressione si entra in un vortice discendente dal quale e’ difficile uscire e che peggiora col tempo. Nel 2017 ci sono stai piu’ di 6000 suicidi negli UK, la maggior parte compiuti da uomini tra i 45 ed i 49 anni. E qui parliamo di un paese in cui la salute mentale non e’ un tabu’, e’ tenuta in grande considerazione e ci sono servizi veloci e disponibili gratuitamente per la popolazione. E’ quindi molto importante che la patologia venga diagnosticata in tempo, anche se, non sempre è semplice riconoscere i sintomi. E’ statisticamente provato che solo 1 paziente su 3 si cura e inizia a farlo in ritardo rispetto alla comparsa dei primi sintomi. Ancora meno si seguono cure ‘su misura’ volte a ridurre le manifestazioni della malattia e soprattutto a garantire una salvaguardia della sfera affettiva e cognitiva. Questi ultimi due aspetti accrescono il timore del paziente quando si sottopone a una cura per la depressione.
Quali sono i consigli per le persone che convivono con chi è colpito dalla malattia?
Il primo punto e’ che anche i familiari riconoscano la malattia. Evitare di dire cose come ‘tirati su’ o ‘sei pigro’ ‘non hai niente’ ma aiutare la persona a riconoscere la malattia ed ammettere che c’e’ un problema.La depressione e’ una malattia seria, che purtroppo viene spesso ignorata o sottovalutata con conseguenze spesso terribili. Io incoraggerei chiunque si sia riconosciuto in quanto descritto di cercare il supporto di un professionista.
La depressione è una malattia purtroppo molto diffusa, negli ultimi 12 anni è aumentata del 20% in tutto il mondo. E’ importante riconoscerla, essere consapevoli che si può combattere e sconfiggere. E’ il caso di Justin Bieber, l’idolo delle teenager di tutto il mondo che ha di recente rivelato sui social network la sua battaglia contro la depressione.
La popstar canadese ha scritto: “In questo periodo sto lottando molto, mi sento super scollegato e strano. Non sono preoccupato perché alla fine mi riprendo sempre.Vi chiedo semplicemente di pregare per me. Dio è fedele e le vostre preghiere funzionano davvero. Sto attraversando la stagione più umana della mia vita”. In un’intervista pubblicata su Vogue ha parlato del percorso che sta seguendo per migliorare quanto prima la sua condizione.
Essere consapevoli di aver incontrato la depressione è un grande risultato per la guarigione. Per dirla con la frase del titolo del film di Carlo Verdone “Maledetto il giorno che t’ho incontrato”: maledetto sì, ma grazie alla consapevolezza e alle giuste terapie è possibile uscire fuori dal tunnel.