Prestare attenzione al sale contenuto negli alimenti confezionati e ridurne la quantità a tavola e in cucina. Queste le raccomandazioni, in occasione della Settimana Mondiale per la riduzione del consumo di sale, in programma dal 4 al 10 marzo 2019, degli esperti Wash-World Action on Salt & Health, Associazione internazionale che ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’effetto dannoso di troppo sale (troppo sodio) per la salute.

Secondo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che entro il 2025 conta di ridurre del 30% l’apporto di sale nella popolazione globale, il giusto quantitativo giornaliero è di 5 grammi (meno di un cucchiaino).
Da un’indagine è merso che gli italiani consumano un quantitativo di sale giornaliero che supera quello stabilito dalle linee guida dell’OMS.
Quali sono i rischi per la salute? Un eccessivo consumo di sale oltre ad essere la causa dell’ipertensione arteriosa – come confermato da uno studio pubblicato su Hypertension – che è uno dei principali fattori di rischio delle malattie cardiovascolari quali l’infarto del miocardio, ictus, aneurismi, arteriopatie periferiche, insufficienza renale cronica e retinopatia, porta anche l’insorgere di altre patologie come osteoporosi, malattie renali e tumore allo stomaco.
Il consumo di sale da cucina non è da demonizzare perchè l’organismo necessita di un giusto fabbisogno giornaliero di sodio, ma la parola d’ordine è “attenzione” come spiega la dottoressa Elisabeth Makk, Specialista in Medicina Interna ed esperta in nutrizione a Dubai. “Consiglio sempre di utilizzare il sale con moltissima cautela. Quando è necessario, si dovrebbe utilizzare preferibilmente il sale marino integrale in quanto più ricco di minerali e oligoelementi quali, ferro, manganese, zinco”.